In caso di ristrutturazione un tecnico professionista abilitato redige uno schema a norma degli impianti elettrico e idraulico, che servirà durante i lavori ma anche per le successive manutenzioni.

Prese e interruttori

Nella progettazione ex novo della cucina-soggiorno, a seconda della collocazione dei mobili, si dovranno prevedere le uscite dei cavi di alimentazione, tenendo conto dei punti presa e punti luce che la normativa richiede.

La distribuzione

Si sviluppa a partire dal quadro elettrico dell’unità abitativa (con interruttori magnetotermici e interruttore differenziale chiamato “salvavita”) installata di solito nei pressi dell’ingresso. Dal centralino singolo si dipanano le linee di alimentazione dei circuiti-presa (a 16 ampere) e del circuito-luce per l’illuminazione (a 10 Ampere).

 

Le prese per gli elettrodomestici vanno posizionate a muro a 30 cm da terra; le altre hanno una comoda collocazione a 110 cm sopra il top; in soggiorno a 30 cm. Gli interruttori tutti a 110 cm. I punti presa devono essere quelli standard per apparecchi di elevata potenza da 16 ampere, italiana o tedesca tipo Schuko, in numero sufficiente ad alimentare tutti gli apparecchi previsti. La normativa – per un impianto elettrico di livello 1 (quello da considerare “basic” per un’abitazione) prevede una dotazione minima di 5 punti presa e 1 punto luce. Quest’ultimo, meglio che sia del tipo “interrotto” che comanda cioè l’accensione dell’illuminazione generale (con interruttore in prossimità della porta di accesso) e di eventuali luci a incasso.

Sopra il top

Si consiglia di far realizzare un’uscita dei cavi per l’alimentazione elettrica della luce e un’eventuale presa sottopensile, attrezzata con presa standard e presa Schuko per l’eventuale utilizzo di piccoli elettrodomestici. Poiché la cucina può essere illuminata anche da cappa e lampade sottopensile, è bene raggrupparne l’alimentazione in un unico interruttore sullo schienale della cucina.

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Costo punto luce

Per l’impianto elettrico si calcolano circa 50-60 euro a punto luce.

Acqua, gas e aria

Se non si è in fase di ristrutturazione, la collocazione dei moduli della cucina va studiata a partire dalla posizione degli attacchi.

• Bisogna quindi tenere conto che le uscite delle tubazioni per il carico e lo scarico dell’acqua e quelle per il gas devono essere centrate sull’asse del lavello per poi essere distribuite, verso i relativi elettrodomestici, attraverso l’intercapedine tecnica creata tra i moduli base e il muro retrostante.

•Se si è disposti a effettuare lavori e modifiche, va detto che per spostare il lavello non ci sono particolari vincoli, se non il rispetto di una seppur minima pendenza (intorno all’1%) del tubo di raccordo alla colonna di scarico principale.

• Per ipotesi, per modificarne la posizione di 4 metri, tra punto di partenza e di arrivo ci dovrà essere in altezza uno scarto di circa 4 cm.

Nel caso si volesse creare un’area a isola con fuochi e lavello, per evitare operazioni costose e lavori invasivi, si può optare per una pedana rialzata in cui alloggiare le tubature e ricavare le adeguate pendenze per gli scarichi.

Aerazione: una cosa diversa dalla ventilazione 

In presenza di apparecchi di cottura, il locale deve essere aerato e ventilato: per questo la normativa vigente (UNI-CIG 7129:2008) prevede che in cucina siano presenti specifiche “aperture”. Mentre l’afflusso d’aria necessario per la combustione è garantito dalla ventilazione, l’aerazione permette invece il ricambio per lo smaltimento dei fumi di cottura. Quest’ultima funzione si ottiene con cappa a tiraggio naturale o aspirante elettrica, oppure con un elettroventilatore posto sulla parte alta di pareti o serramenti. Entrambe richiedono due aperture permanenti (ciascuna di sezione ≥ 100 cm2), protette con griglie: quella di aerazione in prossimità del soffitto, l’altra del pavimento.

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 A seconda del tipo di piano cottura

Per un modello a gas a 4 o 5 fuochi, con potenza di 5 o 6 kW termici, la foratura nella parte bassa della muratura deve essere di circa 10 x 10 cm; con modelli a induzione o in vetroceramica, si può evitare, mentre rimane l’obbligo per quello in alto.

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fonte: 

http://www.cosedicasa.com/

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