La tecnologia del calcestruzzo armato (c.a.) prevede innanzitutto la realizzazione delle casseforme per contenere il getto di calcestruzzo (cls).

Nei sistemi tradizionali si usano casseforme in legno o in metallo riutilizzabili, costituite da elementi bidimensionali di varie dimensioni che vengono montati in opera a seconda della forma e delle dimensioni delle strutture che si devono realizzare e che vengono poi tolte una volta che il calcestruzzo sia sufficientemente stagionato.

Nei sistemi industrializzati si usano invece dei tipi di casseforme “a perdere”, cioè dei pannelli in fibra di legno o schiume dure additivate che formano l’involucro entro cui viene realizzato il getto in cls., con il quale vengono a formare un insieme solidale che costituisce la struttura.

Tornando al sistema tradizionale, una volta montate le casseforme si è pronti per l’esecuzione del getto, la buona riuscita di questa operazione dipende soprattutto dalla lavorabilità del cls che deve essere facilmente manipolato e sistemato nei casseri in modo che non si formino dei vuoti che possono indebolire la struttura finita.

A tal fine durante il getto si usa vibrare e compattare il cls con apposite apparecchiature per garantire che si distribuisca il più uniformemente possibile.

Molto influenti sono gli effetti dell’ambiente sul cls fresco, in modo particolare l’umidità, la temperatura ed il vento. Quando ad esempio la temperatura si trova tra gli 0° ed i 10° C si può registrare un rallentamento delle fasi di presa e di indurimento, di cui tenere conto per non incorrere in problemi di disarmo troppo affrettato, cioè prima che il cls abbia raggiunto un sufficiente grado di indurimento.

Per temperature inferiori agli 0° C si possono avere gravi per il cls fresco e devono pertanto adottarsi particolari misure protettive o aggiungendo additivi antigelo o ritardanti.

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Le alte temperature esterne non sono invece così dannose per la presa e l’indurimento, soprattutto se si controlla l’evaporazione dell’acqua. Questa diventa pericolosa quando si supera 1 litro / mq h, perché in tal caso il ritiro è molto forte.

Quando ad esempio la temperatura esterna è 30° C il tempo entro cui il cls può essere lavorato è inferiore alle tre ore (momento in cui inizia la presa) e appena rifinito superficialmente deve essere protetto dalla rapida evaporazione dell’acqua con teli impermeabili per almeno sette giorni. in condizioni normali il getto può essere disarmato dopo 28 giorni quando cioé il cls ha raggiunto i valori finali delle resistenze meccaniche e si può iniziare la successiva fase di lavorazione.

Le barre di acciaio (tondini) devono essere preferibilmente ad aderenza migliorata e opportunamente controllate per verificare che siano prive di ruggine.

Le staffe devono essere tutte legate in modo che il telaio risulti perfettamente squadrato.

Particolare attenzione va posta nel posizionamento dei tondini in modo che non affiori o, al contrario, sia troppo interno al manufatto.

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